lunedì 26 settembre 2011

Il concetto di uchi e soto: i rapporti umani tra giapponesi



I giapponesi chiamano genericamente gaijin gli stanieri provenienti da altri paesi,non importa da quanto tempo vivano in giappone o quanto bene parlino il giapponese.I mariti a volte chiamano la moglie uchi no mono(persona di casa),la gente che non fa parte della famiglia è detta soto no hito(estranei,persone di fuori).
Questo modo di distinguere le persone riflette una dicotomia di base del pensiero giapponese,nota come uchi e soto(dentro e fuori).


Uchi può avere molteplici significati:dentro,la mia casa,il mio gruppo,mia moglie o mio marito. Soto,invece,può significare fuori,esterno,gli altri.
Nella quotidianità,i giapponesi compiono nette distinzioni tra le persone in relazione al fatto che appartengano al gruppo uchi o soto.

Schema esemplificativo del concetto uchi\soto.

Sebbene tale distinzione si possa riscontrare in ogni parte del mondo,in Giappone essa è particolarmente forte.
L'origine di questa dicotomia può essere rintracciata nel sistema giapponese ie(casa)che ha avuto origine nel periodo Tokugawa.Esso era essenzialmente un sistema patriarcale,in cui il capofamiglia(un maschio anziano)aveva potere assoluto sugli altri membri della famiglia,che gli dovevano obbedienza,e gestiva le risore finanziarie della famiglia.
In questo sistema la famiglia era considerata più importante del singolo membro,e le opinioni personali non erano tenute in grande considerazione.


Questa netta distinzione tra dentro\fuori si riflette anche nell'organizzazione dello spazio abitativo nelle abitazioni giapponesi di tipo tradizionale.

Casa giappponese di tipo tradizionale.

Nelle abitazioni di tipo tradizionale,ciasuna famiglia è un'unità a sé,nettamente isolata dalle altre.All'inteno dell'abitazione,però,i muri consistono in porte scorrevoli fatte di carta:l'intimità per ogni membro della famiglia è quasi inesistente.Questo schema accresce il divario tra famiglia ed estranei.



Oltre che nello schema abitativo tradizionale,questa netta distinzione si ritrova anche in alcune strutture linguistiche.

In giapponese esistono due verbi equivalenti all'italiano'dare':kureru(くれる) e ageru(あげる),e per distinguere il loro uso occorre sapere se il ricevente fa parte o meno del gruppo del parlante(uchi).



Uso dei verbi kureru/ageru in rapporto ai gruppi di appartenenza.

Del gruppo del parlante(uchi)fanno parte la famiglia,e a volte anche gli amici e i colleghi,ma i vari grupppi sono mobili.Occorre tener presenti le distizioni tra i vari gruppi anche quando l'azione del dare avviene tra altre persone.


In Giappone,il concetto di uchi/soto domina anche nei rapporti umani,e la gente distingue nettamente tra interno ed esterno.Tuttavia,per la maggior parte dei giapponesi i gruppi sono elementi dinamici,a seconda delle circostanze:i gruppi includono la casa,la scuola,la comunità;il gruppo ultimo coincide con la nazione stessa.
In conseguenza di ciò,i giapponesi hanno dato molta importanza all'armonia all'interno del gruppo,ma spesso sono incapaci di aggregarsi a chi appartiene ad altri gruppi.
Queste nette distizioni creano spesso problemi  nelle relazioni internazionali ma anche all'interno della società giapponese,in cui vi sono discriminazioni contro gli ainu,i burakumin e gli abitanti originari della Corea.
Un ostacolo allo sviluppo di relazioni internazionali è rappresentato dalla tendenza a riunire tutti gli stranieri sotto l'etichetta di gaijin,ignorando le differenze tra loro,dato che essi sono,nel complesso,soto.

4 commenti:

  1. In effetti avevo timore che questo post risultasse un pò'ostico',ma penso che questo concetto abbia un grosso peso nel modo di pensare giapponese..

    Tanuki-chan

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  2. ..loro..|...e gli altri!

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  3. complimenti per il blog e i servizi. continuate così...

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